(foto ship2shore) Il trasporto delle merci avviene, dagli anni’70, per la maggior parte mediante container. Questa modalità permette di velocizzare il trasferimento del carico da un mezzo all’altro abbattendo i costi, ma pochi sanno i costi del trasporto sui vari tipi di mezzo: quello via mare/fiume è il più economico e ecosostenibile (il nord Europa insegna), seguono i trasporti su rotaia e, infine, quelli su gomma: i più cari e allo stesso tempo i più diffusi in Italia.
E’ da tempo che si parla di spostare lo scalo merci di Ravenna dalla stazione in centro città a uno o più siti lungo il canale. L’obiettivo è importante: trasferire almeno il 30% del traffico da gomma a ferro e lontano dal centro in un momento in cui i volumi delle merci in transito nel porto sono in aumento (tra il 2000 e il 2015 si è passati da 1,7 a 3,0 milioni di tonnellate, con un trend di +5% all’anno).
“La grande rivoluzione – ha annunciato il Sindaco de Pascale ieri, al convegno di CNA “L’economia va in porto”– interesserà il traffico merci del porto a seguito della firma, il 17 ottobre scorso, dell’accordo con RFI (Rete Ferroviaria Italiana) per la realizzazione lungo il Candiano di due grandi stazioni merci, una sulla sponda destra e una sulla sponda sinistra del Canale. Il progetto, atteso da tempo, sarà presentato ufficialmente tra qualche settimana”.
Assieme ai lavori per l’aumento dei fondali e il rifacimento delle banchina, faranno del porto di Ravenna una infrastruttura strategica per l’Emilia Romagna, che proprio in questi giorni ha firmato l’intesa sull’autonomia della regione che riguarda infrastrutture, messa in sicurezza del territorio, ambiente, alloggi pubblici, edilizia scolastica e impiantistica sportiva oltre alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale. Gli interventi prevedono investimenti complessivi per 985 milioni: 850 da Piacenza a Rimini e 135 alla Città Metropolitana di Bologna.
Forse c’è qualche speranza di trasformare Ravenna da una città col porto a una città portuale con cultura marinaresca!